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Cronaca Monte Isola

Ponte di Christo: luccicante passerella sopra un lago di veleni?

La tinca alla diossina agita le acque a Montisola e dintorni. Proprio sull'isola del Sebino si sarebbero registrati morti per tumori ben oltre la media italiana. L'inquinamento viene da lontano

Non bastava la notizia - rimbalzata in lungo e in largo meno di un anno fa - secondo cui a Montisola la mortalità per tumori fosse superiore in doppia cifra rispetto alle medie nazionali, con picchi del + 111% per quanto riguarda le neoplasie al fegato. Gli altri dati: + 33% tumori alla prostata, + 21% leucemia, + 12% tumori ai polmoni.

Il tutto riconducibile ad una presunta presenza di metalli pesanti nelle acque del Sebino. Non c'è nesso scientifico, per ora. Ma di certo non aiuta sapere che perfino le tinche, uno dei piatti tipici del lago, porterebbero con sé quantità significative di diossine, classe di composti (arcinota nel Bresciano) a cui appartengono molecole riconosciute cancerogene per l'uomo.

Su tre tinche analizzate, ha spiegato Giulio Sesana al Corriere, ex direttore dell'Arpa di Brescia, in una sono stati registrati valori superiori al limite consentito: la tinca "infetta" portava con sé 3,5 picogrammi per grammo di grasso.

Non c'è divieto, e la situazione col tempo sembra migliorata. Ma il fondo del lago ancora nasconde inquinanti che oltre i limiti sarebbero pericolosi: metalli pesanti come il cadmio, il mercurio e il piombo, e poi appunto diossine e Pcb.

Scaricati negli anni, e nei decenni da industrie e centrali dalle sponde del Sebino bresciano e bergamasco, cisterne spesso svuotate direttamente nel fiume Oglio. La situazione è migliorata: fino a 15 anni fa il Pcb venne rilevato anche nei cavedani, nei lucci, nella trota e nel pesce persico.

Chissà cosa ancora nasconde, il lago che oggi sostiene il ponte di Christo. E la domanda viene (quasi) spontanea: una luccicante passerella sopra un lago di veleni?

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