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Acquarello a muro, mesi di lavoro: anche Piamborno ha la sua Ultima cena

Inaugurato il giorno dell'epifania l'affresco che riproduce (e interpreta) il Cenacolo di Leonardo da Vinci: l'opera di Davide Tedeschi, tutta ad acquarello

Piccola divagazione sul tema, sul canale Casa: oggi non parliamo di arredo o di ristrutturazione, ma di una vera e propria opera d'arte. Inaugurata ormai poco più di un mese fa, il giorno dell'epifania, nella cappella feriale della chiesa di Piamborno, dopo circa due mesi e mezzo (e centinaia di ore) di lavoro. Da un'idea di Davide Tedeschi, noto pittore acquarellista camuno: grazie al suo bellissimo regalo anche Piamborno adesso ha la sua “ultima cena”.

L'Ultima cena della chiesa di Piamborno

A prima vista sembra un quadro, perché ha pure la cornice, ma invece è un affresco: è un acquarello a muro di circa 2 metri e mezzo per un metro e mezzo. L'affresco, come detto, riproduce una reinterpretazione della celebre “Ultima cena” di Leonardo da Vinci: un omaggio allo stile e alla storia di Leonardo, quando si sono concluse da poco le celebrazioni per il cinquecentenario della sua morte.

Un'opera quasi inedita, in tutta la valle e non solo, appunto realizzata utilizzando soltanto l'acquerello: dunque ancora più complicata, sia per la difficoltà di esecuzione (con un pennello che di solito si usa per i quadri, di dimensioni ben più ridotte) sia per la difficoltà nel fissaggio del colore. Anche per Tedeschi è stata una bella sfida: da sempre fedelissimo dell'acquarello, non si è smentito anche stavolta.

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Il Cenacolo di Leonardo da Vinci

Ed è così che si completa l'omaggio a Leonardo, con una tecnica pittorica simile a quella del maestro toscano. Tutti conoscono il Cenacolo di da Vinci, noto ai più come Ultima cena: è un dipinto parietale ottenuto con una tecnica mista a secco su intonaco. Misura più di quattro metri e mezzo per quasi nove metri.

E' databile tra il 1494 e il 1498, conservato nell'ex refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. L'affresco fu commissionato da monaci, ed è ormai leggendario nel mondo: dal 1980 è considerato dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Dal 1978 al 1999 è stato sottoposto ad uno dei più lunghi restauri della storia, durato più di 20 anni: necessario per via della singolare tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo, purtroppo incompatibile con l'umidità dell'ambiente.

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