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Giovedì, 18 Aprile 2024
Alimentazione

Mangiare piccante fa bene o fa male? Tutti i segreti del peperoncino

I pro e i contro del peperoncino e dei cibi piccanti: tutti i segreti della capsaicina, i benefici e gli effetti collaterali

Croce e delizia di appassionati e amanti della buona cucina, domanda topica a cui in pochi sanno veramente rispondere: mangiare piccante fa male? E se sì, quanto? E il peperoncino? Un turbinio di quesiti a cui oggi cercheremo di dare risposta. Prendendo in prestito detti e usi della saggezza popolare, che si sa, son sempre d'aiuto: il segreto è non esagerare. Se preso in giuste dosi, il peperoncino può avere effetti anche benefici. Quando si tratta di abuso, invece, gli effetti sono dannosi: non va dimenticato infatti che la capsaicina pura, il principio attivo dei capsaicinoidi presenti nel peperoncino, è una sostanza tossica e la sua assunzione in grandi quantità può avere effetti letali.

Il peperoncino

Il peperoncino, nome scientifico Capsicum, è un genere di piante della famiglia delle Solanaceae originario delle Americhe, ma attualmente coltivato in tutto il mondo. Si dice sia stato Cristoforo Colombo a portarlo in Europa per primo, durante il suo secondo viaggio oltreoceano. Da allora si è diffuso a macchia, diventando un ingrediente primario in alcune cucine tradizionali, in alcune regioni italiane, in Asia e in Africa. In centro e sud America si dice si utilizzi da migliaia e migliaia di anni: in particolare in Perù e in Messico. La sua piccantezza è misurabile con la scala di Scoville, dal nome del suo ideatore (nel 1912).

Quando il peperoncino fa bene

Dicevamo della capsaicina: componente primaria del peperoncino che lo rende appunto piccante. Una sostanza unica nel suo genere, e che per questo vanta molteplici benefici: è in grado di ridurre il colesterolo “cattivo”, ad esempio. Ma recenti studi scientifici hanno rilevato di come il peperoncino, in giuste quantità, possa far bene al cuore abbassando il rischio di malattie cardiovascolari.

La capsaicina in ambito medico è utilizzata come antidolorifico per la psoriasi, la neuropatia e le artriti. Sempre in campo medico vanta caratteristiche antibatteriche, anti-diabetiche e anti-cancerogene. Per quanto riguarda le sue caratteristiche nutrizionali, ricordiamo la presenza di vitamine, flavonoidi, beta-carotene e antiossidanti in generale: aiuta la digestione e ha pure un effetto mucocinetico, elimina il muco nello stomaco.

Ma nei secoli dei secoli, il peperoncino si è fatto una nomea anche in camera da letto: è considerato infatti un potente afrodisiaco: migliora la circolazione del sangue per via delle sue proprietà vasodilatatorie, aumenta la sensibilità delle terminazioni nervose e il battito cardiaco, stimolando anche il rilascio di endorfine. Ma come detto qualche riga fa, sempre meglio non esagerare: vediamo perché.

Quando il peperoncino fa male

Come per tutte le cose, anche il peperoncino fa male quando se ne abusa. Restando sul tema afrodisiaco, la comunità scientifica internazionale ha segnalato una probabile correlazione tra l'aumento dei casi di cancro alla prostata, al fegato o all'intestino in caso di abuso di peperoncino dal punto vista alimentare, e non solo. Altro grande tema infatti è l'abuso della pianta per migliorare le prestazioni sessuali, come un “viagra naturale”: circostanza che può provocare irritazioni alla prostata, e conseguenze ben peggiori.

Prima di tutto, ovviamente, non va dimenticato il suo effetto irritante: a parte gli effetti esterni, quindi a mani, occhi e bocca, l'effetto negativo può ripercuotersi anche sugli organi interni. In particolare, nei casi di abuso, si segnalano irritazioni alle vie urinarie e all'intestino. Il cibo piccante dunque è sconsigliato, se non addirittura vietato, per i soggetti cosiddetti “deboli” (donne in gravidanza e bambini al di sotto dei 12 anni) e per chi soffre di ulcera o gastrite.

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