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Martedì, 23 Aprile 2024
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Montagne ricoperte dall'oro bianco: riserve di neve a più 245%

Per il fiume Oglio una riserva idrica più che quadruplicata: sulle montagne anche bresciane c'è ancora tanta, tantissima neve

Ogni tanto una buona notizia dal punto di vista ambientale: mentre è scattato ormai il conto alla rovescia per la settimana più calda dell'estate, in arrivo ormai tra pochi giorni, sulle montagne lombarde (e dunque anche bresciane) grazie al maltempo degli ultimi mesi, a tanta, tantissima pioggia (e neve) si registra una quantità record di acqua, accumulata nel manto nevoso e nei ghiacciai.

Lo rivela il Cnm di Arpa Lombardia, il Centro nivometeorologico che ogni anno effettua una vera e propria campagna di misurazione tra i più importanti (e grandi) ghiacciai lombardi, in collaborazione con l'Unità Business Hydro Lombardia (UBH) di Enel Produzione Spa. Tecnici e attrezzature sono chiamati a misurare, nel dettaglio, il contenuto idrico della neve, definito Snow Water Equivalent. E i risultati, annunciati da un paio di giorni, sono davvero sorprendenti.

La campagna di rilevazione 2019

La campagna di misurazione per l'anno in corso ha calcolato una riserva idrica, attualmente stoccata nella neve, mai così alta da 13 anni, dal 2006. La quota percentuale rende ancora di più l'idea: al momento siamo al 186% in più rispetto alla media del decennio 2006-2015. I tecnici sono scesi in campo per una cinquantina di carotaggi complessivi, concentrandosi in particolare tra i 2.763 metri del Ghiacciaio Pisgana e i 3.620 metri d'altitudine del Ghiacciaio di Fellaria Occidentale.

I campionamenti hanno coinvolto anche i ghiacciai del Vioz e Dosegù, a Cedevale-San Matteo, poi all'Alpe Sud (sul Monte Sobretta), il ghiacciaio dei Vitelli (Ortles-Cristallo), il ghiacciaio dell'Adamello, e appunto quelli del Pisgana e dei Fellaria, orientale e occidentale. In media sono stati rilevati spessori della neve tra i 2 e i 5 metri, e una densità compresa tra i 300 e i 500 chilogrammi per metro cubo.

Lo Snow Water Equivalent

Lo Snow Water Equivalent (SWE) è l'unità di misura internazionale dell'entità del manto nevoso: specifica lo spessore dello strato d'acqua corrispondente ottenuta dalla fusione della neve. Si esprime generalmente in millimetri. La stima del contenuto equivalente in acqua del manto nevoso, fa sapere Arpa Lombardia, è da considerarsi molto importante per il bilancio idrologico regionale. “Lo SWE – scrive ancora Arpa – costituisce un'ingente riserva idrica allo stato solido con capacità di rilascio graduale al suolo, ed è al tempo stesso uno dei fattori da monitorare nella catena di controllo e allertamento idrogeologico”.

Il calcolo dello SWE si basa sulla conoscenza dell'estensione della copertura nevosa e sulla stima, effettuata con modello matematico, dell'altezza e della densità del manto nevoso sull'intero territorio regionale. I dati vengono acquisiti tramite le misure dei nivometri della rete di stazioni nivometeorologiche automatiche, implementate con campagne di rilievi manuali itineranti effettuate nei siti ritenuti maggiormente significativi.

Tanta acqua per i fiumi (anche bresciani)

Come detto, la riserva idrica stoccata nella neve è quasi quadruplicata rispetto alla media del decennio di riferimento, in termini percentuali il 186% in più. Neve che poi andrà a sciogliersi, e andrà a “gonfiare” i fiumi anche bresciani: una riserva d'acqua importantissima in vista della lunga (e calda) stagione estiva. I dati nel dettaglio sono ancora più significativi: per quanto riguarda il bacino del fiume Adda si stima una riserva idrica del 217% in più, per il fiume Oglio addirittura del 245% in più.

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