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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Memorandum Italia-Libia: profughi lasciati nelle mani di schiavisti e stupratori

Il governo Conte 2 non si è opposto al rinnovo dell'accordo con la 'guardia costiera' libica per il blocco dei barconi carichi di migranti, che, di fatto, vengono rispediti in lager dove stupri, torture e omicidi sono all'ordine del giorno: "Scappano da qualcosa di più terribile della morte"

Venerdì 2 novembre si è rinnovato automaticamente il memorandum tra Italia e Libia, sottoscritto nel 2017 dall'ex ministro Minniti con il capo del governo provvisorio di Tripoli Al Serraj. Nei prossimi tre anni, il nostro paese si impegna così a versare altri 150mila euro alla cosiddetta guardia costiera libica, che in cambio riporterà indietro i barconi carichi di migranti. Non opponendosi al rinnovo, e anziché prendere le distanze dalla linea di Matteo Salvini, il governo M5S-PD autorizza di fatto la violazione dei diritti umani di migliaia di migranti in fuga dall'inferno libico, che verranno riportati in campi di concentramento dove stupri, pestaggi, torture e omicidi sono all'ordine del giorno.

"I migranti che si trovano su quelle barche scappano da qualcosa di più terribile della morte", spiega Donatella Albini, ginecologa bresciana che ha partecipato all'operazione dell'imbarcazione 'Mare Jonio' della Ong Mediterraena, con la quale, lo scorso 28 agosto, vennero salvate 98 persone che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva.
 
"Su quella barca c'erano ventidue bambini, sei dei quali con al massimo un anno di vita, diversi uomini con segni di tortura, donne della Costa d'Avorio vittime di mutilazione genitale, cinque ragazze incinte, quattro delle quali a causa di stupri di gruppo commessi nei lager libici", spiega ancora Albini. Un'umanità disperata, che, se fosse finita in mano alla 'guardia costiera' pagata con i soldi stanziati dal governo Gentiloni, sarebbe stata riportata indietro in quel regno dei morti che è diventata la Libia dopo 8 anni di guerra civile (scoppiata dopo la fine del regime di Gheddafi, voluta da Francia e Stati Uniti). La cosa più agghiacciante è che tornare in Africa sarebbe persino la migliore delle ipotesi: nella maggior parte dei casi, infatti, i profughi vengono lasciati annegare in mare o uccisi.

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che si impegnerà a migliorare le condizioni dei migranti, sia nei "centri di raccolta" sia durante le operazioni di salvataggio. Impossibile credergli: o mente sapendo di mentire, o non ha la più pallida idea di cosa succeda in Libia e durante le operazioni di soccorso in mare: "Quello che si vede su qui barconi è davvero difficile da immaginare", racconta Albini. "Quando i naufraghi sono saliti a bordo, la prima cosa che abbiamo fatto è stato cercare di ridare loro la dignità che avevano perso durante la traversata. Dividendo uomini e donne, li abbiamo spogliati dei loro vestiti impregnati d'acqua, benzina, feci e urine, dando loro una coperta con cui coprirsi. Nei loro occhi c'era sconforto e paura, misti a un senso di stupore per le nostre cure. Dopo tutto quello che avevano passato nei lager, era come se avessero perso fiducia nell'umanità. Mi sorprendeva vedere l'atteggiamento delle madri verso i loro bambini, continuavano a controllarli ma senza mai mostrare un segno d'affetto. Dopo tutto quello che avevano passato, erano come svuotate, prive di sentimenti". 

"Da parte del governo Conte 2, l'imbroglio più grande è continuare a far finta di credere che la Libia sia un porto sicuro", commenta la psichiatra e psicoterapeuta Carla Ferrari Aggradi, anche lei presente sulla 'Mar Jonio' durante il salvataggio di fine agosto. "Tutti i migranti avevano il terrore di essere riportati in Libia, c'era in loro una tristezza indicibile, come quella che si poteva leggere nel volto di un ragazzo di circa 18 anni. Continuava a dire che provava dolore all'altezza dell'esofago, si sentiva soffocare ma - in realtà - non aveva nulla a livello fisico. Ha iniziato così a raccontare la sua storia: durante la notte del naufragio, si trovava sott'acqua e qualcuno ha appoggiato il piede sul suo petto per cercare di risalire. Per sopravvivere, gli ha afferrato la gamba, sollevandosi a sua volta: lui è riuscito a salvarsi, l'altro è morto. Adesso porta dentro di sé un senso di colpa pazzesco, che somatizzava nel dolore al petto. Io non so come vivrà questo ragazzo, dovrebbe essere seguito giorno per giorno da esperti. Non riesco nemmeno a immaginare cosa poteva succedergli se fosse tornato in Libia; e lo stesso vale per quelle donne incinte vittime di stupro o per quei giovani dai corpi martoriati da percosse e torture".

Questa è l'umanità ferita e oltraggiata che il governo Conte 2 ha deciso di lasciare nella mani di bande di schiavisti e di stupratori. Un governo del quale fa parte un sedicente partito di sinistra, il derelitto Partito Democratico. Il memorandum Minniti si è rinnovato nel giorno dei morti: sono quelli che giacciono nelle fosse comuni libiche, sul fondo del Mediterraneo, sul fondo delle nostre coscienze. Verrà un giorno in cui tutte queste vite chiederanno giustizia di fronte alla Storia.
 

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