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Epidemia di polmonite, non è ancora finita: “Un caso unico al mondo”

L’epidemia di polmonite delle ultime settimane (con più di 400 casi accertati) sarebbe un unicum a livello mondiale. Proseguono le indagini

Più di 400 casi accertati di polmonite, oltre 40 quelli di legionella, più di 200 persone ricoverate in ospedale: e poi una decina di Comuni coinvolti, e due province. Numeri mai visti, davvero mai visti: un caso unico a livello mondiale. Ne è convinto Gianni Rezza, capo del dipartimento di epidemiologia e malattie infettive dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità.

Lo ha detto in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Non sono riportati nella letteratura scientifica precedenti con caratteristiche così particolari”, spiega. E ancora: “La zona interessata questa volta è molto ampia, quando di solito invece si tratta di focolai ristretti. Sappiamo per certo che non c’è trasmissione da persona a persona, e ipotizziamo che tutti i casi dipendano da un unico fattore ambientale che ha favorito la nebulizzazione di acqua infetta”.

E’ stata comunicata poche ore fa da Ats e Regione il riscontro del batterio della legionella nelle torri di raffreddamento di tre aziende bresciane: si attendono nuove analisi, perché potrebbe essercene una quarta. Ma ovviamente non vi è alcuna responsabilità accertata.

Dunque le indagini epidemiologiche proseguono, sia da parte dei tecnici di Ats che dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità. “L’inchiesta microbiologica di tutti i casi è ancora in corso - ha detto ancora Rezza - ed è finalizzata a trovare un’eventuale esposizione comune”.

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