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Cardiopatico con la polmonite da Covid-19, viene dimesso: "Ci hanno abbandonati"

Piero, 77 anni, è stato dimesso dopo una settimana in ospedale, ma ha avuto una crisi respiratoria ed è nuovamente stato costretto a tornare in pronto soccorso per essere nuovamente mandato a casa. La rabbia della figlia, che fatica a trovare le bombole per l'ossigeno e il saturimetro per prendersi cura di lui

Lucia ha il fiato corto e tossisce spesso. Non sta bene da parecchi giorni, ma il tampone a lei non lo fanno. Nonostante il padre Piero, 77enne di Calcinato, sia stato ricoverato per una polmonite da Covid-19, dopo 10 giorni passati a casa con oltre 39 di febbre. "ll medico di base diceva che doveva essere ricoverato, ma il 112 non usciva perché non aveva una crisi respiratoria grave: così abbiamo dovuto portarlo noi al Pronto Soccorso e alla fine l'hanno ricoverato", ci racconta la figlia.

Nonostante le condizioni del 77enne, non sono mai scattati i controlli sui familiari. Non solo, la 45enne ha passato tutta la giornata di martedì al telefono per cercare di recuperare quanto serve per continuare a curare ad assistere suo papà, dato che è tornato a casa dopo una settimana di degenza.

Dopo la dimissione dall'ospedale di Desenzano, avvenuta il 21 marzo, il 77enne ha avuto un'altra crisi respiratoria e nel weekend è scattata una nuova corsa verso l'ospedale: "Ho immediatamente chiamato il reparto dov'era stato ricoverato e ho chiesto cosa fare. Dopo avermi fatto misurare la frequenza respiratoria, mi hanno detto di recarci al Pronto Soccorso dell'ospedale di Desenzano. Lì, dopo averci sgridato per essere andati di persona, hanno stabilizzato mio papà e ci hanno spiegato che aveva un versamento pleurico, ma non avevano posto per ricoverarlo. Così lo hanno rispedito a casa, spiegando che dovevamo dotarci di ossigeno e saturimetro: insomma, ci hanno detto arrangiarci."

Ma trovare quegli strumenti indispensabili per evitare una nuova crisi non è stato affatto semplice. "Mi sono attaccata al telefono prima per rintracciare il medico di base e convincerlo a farci la ricetta necessaria per acquistare l'ossigeno. Non è stato semplice, ma ottenuta quella ho dovuto chiamare centinaia di farmacie e non solo della nostra provincia per trovare una bombola. Alla fine ne ho trovata una piccola che dura al massimo una giornata. E poi non aveva l'erogatore, senza il quale era del tutto inutile. Quindi è partita una nuova ricerca e un nuovo giro di chiamate. Alla fine ho trovato l'erogatore e venerdì mi arriverà una bombola più grossa. Speriamo che nel frattempo mio padre non peggiori. Inoltre ,non riusciamo a trovare il saturimetro, neanche a pagarlo oro. Siamo abbandonati. Cosa dobbiamo fare? Morire in silenzio e non rompere le scatole?", conclude amareggiata Lucia.
 
 

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