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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Crollano i consumi con il lockdown: a Brescia -85%, tra le peggiori in Italia

Inevitabile crollo dei consumi con il lockdown: a marzo fatturati giù anche dell’85%, e azzerati nella seconda parte del mese. Un negozio su cinque rischia di non riaprire

Meno 26% nel primo trimestre, anche se gennaio era partito con il segno più, poi addirittura -79% nel solo mese di marzo, il primo mese di lockdown: non saranno molto diversi i dati di aprile, nonostante i primi allentamenti alle misure di contenimento dell’epidemia, ma non sono buone nemmeno le prospettive per maggio e giugno, fino a ipotizzare che un negozio su cinque (circa il 20%) non riesca nemmeno a riaprire.

Sono questi i numeri allarmanti raccolti dall’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi a cura del Centro studi Confimprese in collaborazione con EY. Nello specifico, lo studio ha analizzato i dati di vendita dei settori della moda, abbigliamento e accessori, del food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e del non food (cosmetica, arredamento, servizi e cultura) in 623 aree commerciali, per oltre 4.400 punti vendita in 111 province e 865 comuni.

Le zone e i settori più colpiti

A pagare il dazio più alto, ovviamente, è il Nord Italia: in particolare le zone più colpite dal Coronavirus. Sono le province di Brescia, Bergamo e Mantova quelle dove il crollo del fatturato di marzo è stato più significativo, meno 85%: seguono Monza Brianza (-84%), Milano (-83%, che è anche la media regionale: quella del Nord-ovest è -81%), Venezia e Padova (-83%) e Modena (-82%).

A livello settoriale il crollo più significativo riguarda abbigliamento e accessori (-82%), seguito da food&beverage (-78%) e non food (-74%). Questi trend, fanno sapere dall’Osservatorio, sono legati in parte al fatto che alcuni operatori hanno potuto continuare le attività con un minimo di operatività anche durante il lockdown, oltre che all’orientamento del consumatore verso l’acquisto di beni di più immediata necessità.

E-commerce e delivery per il futuro?

Il mondo del travel (i viaggi) ha perso l’86% nel mese di marzo, i centri commerciali e gli outlet tra l’82 e l’83%: e non va dimenticato che nella seconda metà del mese, quando è stato chiuso tutto, i fatturati ovviamente sono scesi a zero (salvo le eccezioni della consegna a domicilio). “Per guidare le vendite – dicono dall’Osservatorio – sarà necessario pensare a nuove modalità di interazione del consumatore con il canale fisico e online, come l’organizzazione di punti vendita, e-commerce e food delivery. Ma per cogliere appieno tali opportunità, saranno necessari investimenti su cui ci si auspica un concreto supporto da parte del Governo”.
 

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