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Coronavirus, facciamo chiarezza: aria condizionata e vestiti sono fonte di contagio?

È la Simit (Società Italiana Malattie Infettive) che toglie qualche dubbio. Sulle mascherine e pure sulle fonti di contagio

È sempre più lampante che con il Coronavirus dobbiamo imparare a conviverci. Da lunedì 18 maggio si torna alla normalità, o quasi. È sempre più  chiaro che sarà un liberi tutti e molte attività riapriranno. L'ultima parola spetta a Regione Lombardia: la decisione del governatore Fontana arriverà nelle prossime ore, al termine del vertice con il comitato tecnico-scientifico e del confronto con i sindaci e le associazioni di categoria.

Nonostante la curva dei contagi non sia propriamente in netta flessione, almeno nella nostra regione, Fontana sembra propendere per consentire a bar, ristoranti, parrucchieri, la riapertura a partire dal 18 maggio: "Crediamo sia giunto il momento di riaprire i servizi alla persona come parrucchieri ed estetiste, oltre a bar e ristoranti, sia pure nel rispetto delle regole dettate dall'Inail", ha detto ai microfoni di RaiNews 24.

La paura resta, soprattutto nelle zone più colpite dal virus come la nostra provincia. Tanti i dubbi dei cittadini in relazione alle fonti di contagio e ai rischi. A fare un po' di chiarezza ci ha pensato la Simit  (Società Italiana Malattie Infettive). Ecco alcune delle perplessità a cui Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit, ha cercato di dare risposte durante il suo intervento alla trasmissione Agorà di Rai3.

Le Mascherine Ffp2 non servono ai cittadini

Primo nodo: le mascherine. Secondo Andreoni le mascherine Ffp2 "non servono ai cittadini, servono soltanto al personale sanitario quando si trova in circostanze particolari che vuol dire, mediamente, entrare in una stanza di malati in cui c'è una quantità di virus molto importante". A sostegno della sua tesi ci sono le raccomandazioni dell'organizzazione mondiale della sanità: "L'Oms, che pensa per tutto il mondo, dice: la mascherina se non ce l'hai fabbricatela da solo perché è meglio di niente. Esistono anche dei tutorial, normalmente si fanno con due strati di materiale", ha spiegato, aggiungendo che "mettere più cose insieme dà maggiore tranquillità e sicurezza, quindi: mascherina, distanziamento, lavaggio delle mani sono tutte cose che vanno fatte".

Gli indumenti non sono veicoli di contagio

Seconda questione, attuale, data l'imminente riapertura dei negozi di abbigliamento: gli indumenti possono essere veicolo di contagio?“ "Il virus non entra attraverso la pelle, è tutto ciò che noi tocchiamo e portiamo alla bocca. Se proviamo una camicetta, la togliamo, ci laviamo le mani possiamp stare tranquilli. Sono le mani, ciò che tocchiamo" ha precisato Andreoni a proposito dell'eventuale presenza del virus sugli indumenti e alla necessità o meno di sanificarli. Quanto alla sanificazione dei negozi: "non è necessario sanificare ogni volta che entra una persona e ne esce un'altra, bisogna sanificare all'inizio della giornata e alla fine. L'ipoclorito di sodio può essere usato e tutti gli avventori devono usare sistemi di protezione".

Ventilatori più pericolosi dell'aria condizionata

E ancora: l'aria condizionata rischia di essere veicolo di contagio? "Più dell'aria condizionata bisogna stare attenti alla ventilazione che può veicolare le particelle volatili del virus oltre il metro e mezzo. Quindi meglio distanziare al massimo questo tipo di strumento" dice Andreoni, che poi ci tiene a specificare: "Non è vero che il virus si è indebolito, ci sono meno pazienti e meno decessi perché si fanno più diagnosi precoci, grazie anche ai test sierologici, e le persone non arrivano troppo tardi in ospedale".

Fonte: Today.it

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