Coronavirus, ancora 29 vittime bresciane. L'Istat conferma: morti quadruplicati
Da ormai quasi due mesi, la Lombardia fa i conti con un'emergenza sanitaria senza pari. Nella giornata di venerdì ancora 29 vittime in provincia
Cala il numero dei morti bresciani, nella giornata di venerdì. Certo, i lutti sono ancora tanti, troppi: ancora 29 vittime, 2.135 da inizio pandemia. I nuovi contagi sono invece 212: la nostra provincia sale a un totale di 11.567, la seconda in Lombardia dopo quella di Milano Città Metropolitana, che ne conta 15.277. Terza Bergamo con 10.590, ma lì la curva dei contagi sembra aver rallentato: 'solo' 72 nuovi casi nella giornata di ieri. Rispetto al numero complessivo di abitanti, Brescia è la seconda provincia più infettata: lo 0,91% dei cittadini ha contratto il Covid-19 (di poco sotto Bergamo: 0,95%). Intanto, anche l'Istat ieri ha confermato - come se ce ne fosse bisogno - l'ecatombe bresciana: nel mese di marzo i morti sono quadruplicati rispetto allo scorso anno: 3.854 rispetto alla media di 1.038 nel triennio precedente.
Coronavirus, contagi e morti in Lombardia
Da ormai quasi due mesi, la Lombardia fa i conti con un'emergenza sanitaria pari - per usare le parole dell'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera - a una "bomba atomica". Venerdì 17 aprile, secondo l'ultimo aggiornamento ufficiale fornito dal Pirellone, in tutta la Regione si registrano altre 1041 persone positive - su 10.839 tamponi - e 243 nuovi decessi (in tutto sono 11.851). Il totale dei contagi sale invece a 64.135.
Ancora in calo, di 61 unità, i ricoveri in terapia intensiva, che arrivano a 971: per la prima volta dall'inizio dell'emergenza sanitaria si è scesi sotto ai mille pazienti. In totale i positivi Covid che si trovano in ospedale sono 1627, mentre i dimessi 18mila.
Via libera ai cantieri per ripartire
Dal Pirellone stanno cercando di guardare avanti: il nuovo orizzonte è quello del 4 maggio, quando potrebbe essere avviata una lenta ripartenza. Le parole d'ordine sono riassunte da quelle "quattro D", che gli amministratori regionali hanno scelto come slogan: diagnosi, distanza, dispositivi e digitalizzazione.
Venerdì, al termine degli "stati generali del patto per lo sviluppo" - un tavolo che si è svolto in streaming con esponenti di attività produttive, sindacati e università - se n'è aggiunta una quinta: Diritti.
L'obiettivo - ha spiegato la regione in una nota - è dare il "via libera ai cantieri, a partire da quelli pubblici. Al termine del confronto è emersa l'esigenza - in vista del ritorno alla cosiddetta 'nuova normalità' - della quinta D, quella dei Diritti, diritto alla sicurezza, al lavoro, alla mobilità e allo studio", conclude la nota.
Marchio CE per il test di Pavia
In tema di diagnosi, invece, il test sierologico messo a punto dal San Matteo di Pavia convince sempre più. L'esame - che verrà svolto attraverso un prelievo del sangue - servirà per fornire ai cittadini una sorta di patente di immunità.
Nella giornata di venerdì lo stess test ha ricevuto la marcatura Ce: "È una grandissima soddisfazione - ha commentato il presidente della regione, Attilio Fontana -. La battaglia contro il Coronavirus è ancora lunga, ma grazie ai nostri ricercatori vinceremo noi".